domenica 19 ottobre 2008

Prigione domestica

Ho dieci anni. E' una bella giornata soleggiata ma non saprei dire di che mese, forse aprile, forse settembre. Mia nonna è in casa che fa il sonnellino pomeridiano. Guardo i gatti e non parlo. Non parlano nemmeno loro. Osservo le formiche. Nella mia testa suona una musica che non ho mai sentito prima. No so dire se sono felice o triste. Temo nessuna delle due cose. La solita via di mezzo. Le lancette non si muovono, le ombre non si spostano, nessun rumore qui dentro la palla di vetro. E' un sogno che faccio da tutta la vita. Magari non è un sogno. Sono fermo in un cortile ed ho per sempre dieci anni. Sogno. Incubo. Qualcuno bussa sul vetro ma non voglio nemmeno sapere chi è. Non mi sposterò da qui. Il sole mi illude sempre. Non ho bisogno di parole. Solo musica. Al massimo parole in musica. Ora si alza il vento. Mi spettina i ricordi. Fa muovere le foglie. Mi fa rabbrividire. Prima o poi il vento arriva sempre qui. Mi chiede di scegliere. Posso farmi trasportare come una foglia. Posso oppormi testardamente e procedere in senso opposto. Posso anche stare fermo. Certo. Posso rimandare la mia partenza e continuare a guardare il mondo attraverso queste sbarre. Posso.

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