giovedì 20 novembre 2008

Last train to...

(29/05/99)

I treni sono sempre sporchi, anche quando sono nuovi barattoli di alluminio, ma questo, che è un vecchio bidone dell'immondizia che corre cigolante sui binari, è veramente lurido. Sedili che non ricordano più nessun colore, vetri opachi e pavimento da osteria slava anni '70. Entriamo in galleria ed il rumore diventa suono distorto. Un convoglio rumoroso filtrato attraverso un Marshall in saturazione. Un ragazza bionda, braccia conserte, aspetta alla stazione. Non un granchè. Però bionda. Si siede in qualche altro reparto del carro bestiame perchè, ne io ne l'uomo con l'agenda aperta su un giorno qualunque, la vediamo passare. Uno zappatore del mattino, torso nudo e pelle cascante, dal suo rettangolo recintato dentro altri rettangoli recintati, saluta con un gesto della mano il conducente, un passeggero o forse il treno stesso... un amico che passa ogni mattina. Intanto la pianura scorre come in un film. Orizzontalmente prevedibile ma piena di colpi di scena cromatici e di piccoli particolari sorprendenti. La cittadella degli zingari. Roulottes. Bambini e cavalli. Sedie da giardino e biancheria stesa. Un mondo a parte, incomprensibile per noi. Continuamente vedo case abbandonate, posti sprecati. Vorrei che uno di questi fosse il mio posto, che io ed il posto ci salvassimo a vicenda, per non essere, o almeno non sentirci, sprecati.